Poe Suite
In un presente in cui la Paura è tornata protagonista, nessuno meglio di Edgard Allan Poe sa farci scendere negli abissi della coscienza e affrontare il mostro che vi si nasconde.
Nessuno meglio di Poe ha indagato l’apparente contraddizione fra la fede quasi cieca nella ragione umana che vuole spiegare e l’abbandono “alle profondità più remote dell’animo, al mistero che pervade tutta la realtà” (Raul Montanari).
La poesia di Poe è tutta in questa apparente contraddizione, fra la prosa asciutta e rigorosa dell’Io narrante e la musica degli ambienti tenebrosi che la narrazione evoca, nel ritmo continuamente cangiante del suo procedere.
POE Suite
Racconti per Voce e Piano
Narrazione Vittoria Faro
Musica composta e interpretata da Raffaele Pallozzi
Poe Suite è un esperimento teatrale che vuole raccontare questa dualità, il costante dialogo fra la musica delle “vertigini dell’abisso” e la voce della Logica che si ostina a cercare ragione all’insondabile, al mistero della paura che ci atterrisce e, insieme, irresistibilmente attrae.
In Poe Suite la musica non è il sottofondo alla narrazione, non un semplice contrappunto alla voce ma l’espressione del demone nascosto nei rigorosi proponimenti del Pensiero, l’altra metà dell’Io che non si mette a tacere.
Ne risulta una forma espressiva originale, a metà fra la lettura e la messa in scena, in un inseguimento di musica e parole, nella competizione fra lo scandagliamento dei sentimenti più inconfessabili dell’animo umano e la caparbia tentazione della Ragione a governarli.
Nato da un’idea di Vittoria Faro, il progetto è costruito sul costante dialogo fra la narrazione affidata alla stessa attrice ideatrice e le musiche originali composte e interpretate dal maestro Raffaele Pallozzi.
POE SUITE # 1 dai Racconti del Mistero e del Raziocinio: I Delitti della Rue Morgue (frammento sonoro su SoundCloud)
POE SUITE #2 dai Racconti del Mistero e del Terrore : Il gatto Nero (frammento sonoro Live su SoundCloud)
POE SUITE #3 dai Racconti del Mistero e del Terrore : Eleonora (frammento sonoro Live su SounCloud)
Foto di Elena Muneghina
POE SUITE IN SCENA
30 gennaio/ 1 febbraio 2015 // TEATRODUE Roma
23 aprile 2016 // Teatro Cinema Pacifico / Sulmona
31 marzo 2017 // Libreria Teatro Tlon / Roma
In scena alla Libreria Teatro Tlon (photo Matteo Nardone)
In scena Teatro Due Roma
Dicono di noi
… La voce narrante ricrea il background, evocando gli ambienti decadenti e tenebrosi, e tratteggia i personaggi, mettendone in luce attraverso pensieri e azioni, il loro essere ossessivi paranoici e al limite di una società già all’epoca piena di contraddizioni e paradossi.La musica, che si muove tra jazz, impressionismo e musica d’ambiente, con i suoi accordi e le sue note sublima le emozioni e fa rivivere gli stati d’animo rendendo l’esperienza multisensoriale…(Fabio Montemurro)
… La scenografia ai limiti dell’essenziale: uno sgabello, un pianoforte ed una lastra di vetro, alle spalle un semplicissimo sfondo nero. Proprio su questo sfondo i bravissimi Vittoria Faro e Raffaele Pallozzi sono riusciti a far visualizzare al pubblico le immagini, nitidissime, dei racconti messi in scena attraverso la musica e la narrazione… (Fabio Patamia)
da La Platea.it 02.02.2015
… È un piacere unico lasciarsi andare a quel raziocinare, che sfiora il gotico e si fa languido conduttore delle paure. Le note della musica si fanno gocce di liquore, scivolanti nel sensualismo del racconto e del raccontare. Fondamentale la presenza scenica, vocale e fisica, dell’attrice Vittoria Faro. È capace di rendere la componente sensistica del genere, puntualmente raccolta e vitalizzata nella fluidità del piano. É tramite esso che prende forma il farsi scostante del subconscio, nel suo reagire al mondo esterno. Con l’arte del gesto sottile, della mano minuta ma determinatrice, si dipingono suggestioni oscure, dall’intimo significato. Tra il riflesso sfuggente di un vetro e le luci del palco, si perdono le piccole imperfezione del lungo raccontare. Nell’elegante cornice del Teatro Due, TLab presenta un esperimento riuscito…. (Gabriele di DonFrancesco)
Il nero, il rosso, la luce: il mistero, il sangue e l’orrore, la ragione. L’uso accorto degli elementi visivi, insieme alle musiche, alla lettura quasi baritonale del racconto, che ben si adatta al linguaggio istrionico di Poe, ne offre un allestimento fedele all’ingegno e all’opera. Se alle prime battute può sembrare di trovarci in un caffè parigino, dove il pianista suona musica di intrattenimento e si narra dell’amicizia tra due uomini d’intelletto, malinconici ed eccentrici, dal momento della lettura sulla Gazette des Tribunaux del terrificante omicidio di due donne in un appartamento della Rue Morgue, comincia la discesa nell’abisso dell’orrore. (Myriam Pettinato)
Cadenza e tonalità, rispetto delle pause, rimanere seduti in poltrona e lasciarsi condurre, sbirciare attraverso la serratura e vedere un mondo di maledettismi, di contorni cupi, ma totalmente umani. L’attrice e il pianista rendono così giustizia a Poe lo scrittore, spesso ricordato per i suoi racconti di fantasia tetri che di fantastico, però, hanno solo la trama, per il resto sono le sensazioni, la psiche umana, le note e le sfumature impercettibili e più inconsce che vanno a toccare. (Alessio Neroni e Erika Cofone)
da Teatro.persinsala.it 04.02.2015
Nel nostro caso la musica stava già nelle parole di Poe: abbiamo solo provato ad esplicitarla leggendole a due voci. Raffaele non è stato l’accompagnatore da sottofondo ma una delle due voci che tentavano di evocare le atmosfere delle storie, il fascino della paura e dell’orrore e i voli della ragione che tentava di spiegare l’insondabile (Massimo Colonna)
intervista su Visio-Scrittori Visionari 01.03.2015
Leggi la Rassegna Stampa e le interviste agli artisti
UFFICIO STAMPA: F/M Press fmpress.roma@gmail.com Francesca Romana Maruotti: 3405771436 Marta Scandorza: 3464928633